DA
CUNEO A TOKYO CON SCALO A LONDRA
Nato nel 1972 ad Alba, Gabriele Roberto
si diploma in composizione ai conservatori
di Cuneo e 'Alessandria, «lontano
dai linguaggi d'avanguardia, , un po'
sterili, che si insegnano nei grandi conservatori
italiani». Poi ottiene un master
a Londra presso il Royal College of Music,
dove conosce Gabriel Yared (Oscar per
Il paziente inglese) che lo apprezza e
lo sostiene («Ma non era ancora
il mio momento»; dice lui). Tornato
in Italia dopo due anni e mezzo di tentativi
a vuoto riceve un'offerta dal Giappone.
Prima
un film, poi un altro e ora l'equivalente
nipponico dell'Oscar e la scrittura per
anime, pubblicità e arrangiamenti.
A quando il riconoscimento in patria?
Biginjapan
VIENE IGNORATO IN ITALIA PER ANNI, POI
GABRIELE ROBERTO VOLA IN GIAPPONE E VINCE
UN OSCAR PER LA SUA MUSICA.
A Tokyo è l'una e 20 del mattino
e Gabriele Roberto si è appena
concesso una notte piuttosto godereccia.
Oggi festeggia la fine della sua seconda
colonna sonora per un film. La prima gli
ha appena fruttato un Japan Academy Award
(l'Oscar nipponico). Eppure, da noi è
quasi sconosciuto. Dopo aver studiato
in Italia e a Londra, Roberto ha passato
oltre due anni a mandare demo alle case
di produzione italiane, ma «nessuno
mi ha messo alla prova. All'estero, almeno,
se il tuo lavoro non piace ti rispondono».
Poi, un'occasione inattesa. La sua ragazza,
la pianista Aiko Takai, gli dice che una
casa cinematografica nipponica cerca un
compositore. Gabriele manda un demo -
uno solo - ed è un successo. I
giapponesi riconoscono il suo talento
e lo invitano a Tokyo. Primo progetto,
un musical. Non ha neanche il tempo di
avere paura: «Aspettavo da così
tanto tempo quest'occasione, che è
stato come rompere una diga. Mi sono messo
a scrivere immediatamente». II risultato
è un ingaggio permanente con GrandFunk
Inc. e il premio.
Il film per cui Gabriele ha appena finito
di festeggiare è una produzione
di Hong Kong, con la regia di Pang Ho
Cheung, che l'anno scorso a Berlino ha
vinto l'Orso d'argento proprio per la
colonna sonora: «Il regista mi ha
dato carta bianca per esprimere tutto
il mio mondo musicale». La partitura
per piano solo l'ha scritta di getto,
in meno di due mesi, e l'ha fatta eseguire
alla sua ragazza. Il film sarà
proposto per la selezione al Festival
di Cannes 2007, e Gabriele già
pensa al prossimo lavoro, la colonna sonora
per un anime a puntate.
Allora valeva la pena di andare così
lontano? «Qui si sta bene, i giapponesi
si preoccupano costantemente di non dare
fastidio agli altri e per un piemontese
pacato come me questo va benissimo».
Ci scherza su e poi aggiunge: «Certo,
ogni tanto la confusione italiana mi manca».
Questa nostalgia prelude forse a un prossimo
rientro in patria? «Mi piacerebbe
lavorare lì e qui. Chissà,
forse quando vincerò l'Oscar americano
si accorgeranno di me», ironizza,
non senza amarezza. «Perché,
alla fine, a rimetterci è l'Italia,
che si lascia sfuggire le persone creative
per la sua incapacità di riconoscerne
il talento».
Justine Bellavita
GQ APRILE 2007
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